La chiesa Madre sorge su un ampio sperone roccioso a poca distanza dal castello feudale. La sua costruzione ha inizio nel 1214 e viene completata nel 1222, consacrata al culto di S. Maria de Plateis. I primi lavori di ampliamento, come attestano le datazioni riportate sulla pietra commemorativa situata sul portale di ingresso, risalgono al 1583 ed hanno interessato la zona presbiteriale per la realizzazione del coro e della sagrestia. L'ampliamento vero e proprio che la vede occupare l'intera sommità della rupe avviene agli inizi del '700 e si protrae per tutto il secolo. AI 1707 risale la costruzione del campanile con pianta quadrata a cinque livelli costruito sul lato destro della sagrestia sullo strapiombo roccioso. Nel 1719 viene ultimato l'ampliamento dell'area absidale, e nel 1723 la chiesa Madre è riaperta ai fedeli riconsacrata con il titolo di S. Maria Assunta. Del 1757 è l'imponente gradinata ovale a due rampe dalla quale si accede all'ampio sagrato. La planimetria della chiesa viene nuovamente modificata assumendo le forme attuali con la costruzione del cappellone del SS. Sacramento nel 1780. Ciò che rimane ancora oggi dell'arredo settecentesco della chiesa sono preziosi manufatti ed elementi architettonici tutti in ottimo stato di conservazione: il soffitto ligneo della zona presbiteriale, il coro, gli armadi in sagrestia dove si conservano i paramenti sacri, i dipinti murali sui soprarchi della navata centrale. Preziose testimonianze dei secoli precedenti sono gli affreschi del soffitto della navata centrale attribuiti al Colonna, busti reliquiari, dipinti su tela, quello raffigurante la SS. Trinità e Santi attribuito al Pietrafesa ed un'ancona contenente Cristo Benedicente. Nel Cappellone del SS. Sacramento sono presenti importanti dipinti murali e dipinti . La tela più significativa è quella raffigurante la Madonna con in braccio Gesù, un angelo, San Gaetano alle spalle di San Filippo Neri che ha ai suoi piedi mitria e pastorale, simboli del vescovo, che in questo caso sta a significare che il santo rifiutò di diventarlo; sulle gambe di San Filippo Neri c'è una delle immagini più antiche di Laurenzana